Specchi con Acqua sviluppano, ognuno secondo una propria prospettiva, alcune riflessioni empiriche su identità, causalità/casualità, sinestesie.
Tutti gli specchi utilizzano, sia per l’audio che per il video, un unico “pensiero numerico”, un solo schema interpretativo dell'evento, adeguatamente riscalato per poter essere coerente con le operatività dei singoli programmi.
Gli eventi sono i gesti dello spettatore rilevati da semplici sensori di luminosità
la mano, interrompendo il fascio luminoso, attiva una serie di procedure basate su scelte casuali
ma quella che si ritiene una scelta puramente casuale, tipo
"dimmi un numero tra 0 e infinito",
presuppone una serie di circostanze prettamente causali:
determinazione di un ambito - creazione dei limiti del linguaggio:
"tra 0 e infinito…"
determinazione di un tempo dell’azione
"dimmi un numero... adesso"
volontà dell’azione scatenante
"dimmi un numero !"
Random è la determinata azione che porta un mutamento,
un cambio di stato
passare da un numero in cui sono ad un altro, in un certo tempo, ed aspettare lì, per un certo tempo, prima che mi venga detto un altro numero a cui passare, in un certo tempo etc.
Io non posso sapere quale re-azione accadrà, in seguito alla mia azione;
posso però sentire che è proprio la mia azione, ciò che fa accadere le cose... qualunque "cose" siano;
le cose che accadono sono visive e sonore: sincroni numerici che
rimescolano percezioni e sensi diversi,
creando una proporzionata prospettiva sinestetica.
tutto accade non per caso, ma per somma di circostanze casuali
son gli eventi, i particolari particolari, che danno forma al tutto
non potendo saper prima il risultato, del caso, rimango incantato a vedere cosa potrà venir fuori adesso, e adesso, e adesso...
il movimento implica
un tempo, uno spazio,
una volontà di partenza.